Skip to main content
Pergole Bioclimatiche, quali permessi servono?
Prima di avviare i lavori, è essenziale informarsi su quali autorizzazioni siano necessarie e come gestire eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici.

Avere più spazio a disposizione, godere di un’area esterna confortevole in ogni stagione e combinare protezione e apertura in modo completamente personalizzabile.

Questi sono solo alcuni dei benefici offerti dalle pergole bioclimatiche, soluzioni versatili per valorizzare gli spazi all’aperto, sia in ambito residenziale che nel settore dell’ospitalità. Grazie alle loro schermature regolabili, queste strutture si trasformano in vere e proprie microarchitetture su misura. Tuttavia, proprio per la loro natura, potrebbero essere soggette a specifici requisiti normativi per la loro installazione.

Prima di avviare i lavori, è essenziale informarsi su quali autorizzazioni siano necessarie e come gestire eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici.

Cos’è una pergola bioclimatica?

Le pergole bioclimatiche sono strutture per esterni dotate di un sistema di copertura con lamelle frangisole in alluminio. Grazie al loro movimento, permettono di regolare l’ingresso della luce naturale e favorire la ventilazione dell’ambiente sottostante. Nello specifico, le lamelle possono ruotare da 0° a 140°, scorrere all’indietro per aprire completamente la vista sul cielo oppure sollevarsi e sovrapporsi in modo alternato.

Queste soluzioni possono essere realizzate su misura per adattarsi perfettamente a qualsiasi contesto. Sono disponibili sia nella versione autoportante che in quella addossata alla parete, entrambe progettate per coprire anche ampie superfici, grazie alla possibilità di affiancare più moduli. In alternativa, è possibile installarle come sola copertura all’interno di nicchie o tra due pareti esistenti.

Dal punto di vista strutturale, il funzionamento di una pergola bioclimatica è semplice da comprendere. Tuttavia, sul piano normativo, non esiste ancora una definizione chiara all’interno dei regolamenti edilizi e urbanistici nazionali. I termini “pergola” e “pergolato” si riferiscono esclusivamente a elementi decorativi aperti su tutti i lati, non fissati stabilmente al suolo e concepiti per il supporto di piante rampicanti.

Poiché le pergole bioclimatiche consentono anche una parziale chiusura verticale dello spazio, vengono spesso assimilate alle tettoie e, di conseguenza, non rientrano tra gli interventi di edilizia libera. La loro installazione è quindi soggetta ai regolamenti edilizi comunali, che possono variare a seconda del territorio.

Fanno eccezione le pergole con telo scorrevole in PVC (note come pergotende) e i pergolati retrattili, come la Serie Brera di Pratic, poiché mantengono un’apertura anche nella parte superiore, rispettando così i requisiti previsti per i pergolati tradizionali.

Quali permessi servono per installare una pergola bioclimatica?

Il primo passo per installare una pergola bioclimatica con lame fisse è notificare il progetto al Comune, presentando all’ufficio tecnico la documentazione necessaria, comprese le planimetrie e le specifiche della struttura che si desidera realizzare. Questo passaggio è fondamentale per verificare eventuali vincoli urbanistici o paesaggistici presenti sull’area e per determinare la superficie edificabile consentita.

Proprio come accade per le tettoie, potrebbe essere necessario ottenere un Permesso di Costruire e, in alcuni casi, presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), il cui iter varia in base alle normative regionali e ai piani regolatori locali.

Fin dalle prime fasi, è consigliabile rivolgersi a professionisti del settore, come aziende specializzate e rivenditori esperti, in grado di supportare il cliente – e l’architetto incaricato del progetto – durante l’intero iter burocratico. Un’assistenza qualificata garantisce infatti soluzioni su misura e facilita l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per installare una pergola bioclimatica in conformità con le normative vigenti.

Autorizzazioni per pergole bioclimatiche con chiusure in vetro

Un aspetto determinante nella richiesta di permessi per le pergole bioclimatiche è la possibilità che l’installazione comporti un aumento della volumetria dell’edificio, creando così una nuova pertinenza rispetto all’abitazione o all’attività commerciale.

Di norma, una pergola bioclimatica autoportante non implica un incremento della cubatura. Tuttavia, nel caso di pergole bioclimatiche addossate a muro, il rischio di aumento volumetrico è più elevato, specialmente se vengono installate vetrate fisse o scorrevoli lungo il perimetro. Sebbene le vetrate non siano considerate veri e propri serramenti, di fatto chiudono lo spazio su tre lati, trasformandolo in un ambiente delimitato e quindi soggetto a regolamentazioni edilizie più restrittive.

Se la pergola bioclimatica con vetri viene classificata come pertinenza minore, in base alle sue dimensioni, sarà necessario presentare non solo la comunicazione di inizio lavori, ma anche ottenere un permesso di costruire, con il versamento dei relativi oneri urbanistici.

Normative sui vincoli paesaggistici per pergole bioclimatiche

Quando si progetta un dehors in contesti storici o aree naturali protette, è comune imbattersi in vincoli architettonici e paesaggistici che devono essere rispettati. Tuttavia, la presenza di restrizioni non significa necessariamente che l’installazione sia impossibile: è infatti possibile ottenere un’autorizzazione paesaggistica, a patto che la pergola sia progettata in modo da integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante. Soluzioni su misura, caratterizzate da un design essenziale, tecnologie avanzate e massima funzionalità, permettono di rispettare questi requisiti senza rinunciare all’estetica e alla praticità.

Anche il suolo pubblico è spesso soggetto a limitazioni specifiche per l’installazione di pergole bioclimatiche, soprattutto nei casi in cui bar, ristoranti e strutture ricettive ottengano concessioni per l’utilizzo di spazi all’aperto. In queste situazioni, la normativa prevede che vengano utilizzate esclusivamente strutture smontabili e non fissate al suolo.

Per questo motivo, una delle soluzioni più efficaci è l’impiego di plateatici modulari, come la pedana Set, che non richiede ancoraggi permanenti al terreno, permettendo di installare e rimuovere facilmente la pergola bioclimatica nel rispetto delle normative vigenti.

Necessità di consenso da parte dei vicini

Nel contesto privato, è fondamentale considerare ulteriori autorizzazioni per l’installazione di una pergola bioclimatica, soprattutto quando si è in presenza di condomini o complessi residenziali come le villette a schiera. Poiché queste strutture interessano spesso le facciate degli edifici, è essenziale ottenere il consenso dei vicini e dei condomini.

Il progetto del dehors deve essere sviluppato tenendo conto delle dimensioni stabilite, dell’estetica dell’edificio e senza creare impedimenti alle abitazioni vicine. Dopo aver condiviso il piano con i vicini e ottenuto il loro accordo formale, si può finalmente procedere con l’inizio dei lavori per il dehors su misura.